In questi giorni sono circolate tante notizie, le più disparate, in materia di covid-19 e pratica sportiva collettiva, anche nel nostro piccolo mondo del football.

Il tema del contendere: praticare o meno attività sportiva, anche a livello amatoriale e non agonistico, occasionalmente o in un torneo organizzato, per uno sport di contatto. (si o no? o forse?)

La posizione di AICS, espressa dal Presidente nazionale Molea in più occasioni e fatta propria da IAAFL per il football è, ineluttabilmente, pensare positivo e programmare le attività future nella speranza di una possibile, fattibile e sicura pratica dell’attività sportiva che amiamo.

Questo non significa che abbiamo la certezza di riuscirci, o che sappiamo adesso che sarà possibile svolgere gare e manifestazioni sportive e di competizione ricreativa senza le minime misure di sicurezza, ma che lavoriamo nella speranza che vada tutto per il meglio, per lo sport e per noi tutti.

L’immobilismo, il “non fare per non sbagliare” non è nel nostro DNA.

Lavorare propositivamente, impegnarsi nel modo migliore a favore dello sport per tutti, è la ragione stessa dell’esistenza di questa organizzazione. E’ un obbligo statutario dal quale non possiamo esimerci.

Mancano quaranta giorni all’esordio dei MEDITERRANEAN CHAMPIONSHIP 2020 e siamo speranzosi che si farà. Con tutte le attenzioni del caso; con l’applicazione rigida e severa del protocollo applicativo per gli sport di squadra. Ma, se “crolla il mondo conosciuto”, non sarà certo fare (o non fare) sport il problema primario della Nazione! Magari, fosse solo un problema di sport!

Invitiamo tutti gli atleti e i tecnici, uomini e donne, amanti e appassionati del tackle e del flag football ad iscriversi e, se si potrà svolgere, partecipare liberamente spensieratamente al torneo. Sarà anche una occasione per conoscere a fondo, e applicare, i protocolli e le buone pratiche attuative, per attivare la socializzazione e combattere, assieme e con consapevolezza, l’infezione covid-19 e anche, nel nostro piccolo, lo “spleen” che sembra essere un “effetto collaterale” della pandemia. >>>