Nella sofferenza patita da tutto il Terzo Settore in queste difficili settimane di isolamento forzato e servizi sociali da garantire, vi è da registrare anche la sofferenza dello sport sociale, quello determinato dalla promozione sportiva di base, che nel nostro Paese impegna decine di migliaia di volontari, oltre 480mila operatori – tra dirigenti e tecnici sportivi -, 95mila tra società e associazioni sportive e che è divenuto strumento di welfare per il benessere sociale di circa 8 milioni di persone, la maggior parte dei quali giovani sotto i 17 anni.

«Il settore è totalmente fermo da un mese: sono tante le associazioni che propongono attività sportive on line per i propri soci cercando di garantire “vicinanza” e supporto emotivo specie a bambini e anziani, ma le palestre e gli impianti sportivi sono chiusi e i progetti socio-sportivi fermi», spiega Bruno Molea presidente Associazione Italiana Cultura Sport, ente di promozione sportiva che rappresenta in tutta Italia 1 milione e 100mila soci).
 Ciò sta producendo danni economici al settore talmente tanto importanti che difficilmente potremo sperare in una ripresa totale del comparto.

Un esempio su tutti è ad esempio la sospensione degli affitti sui locali privati: il Cura Italia non la prevede «e se anche ora fosse concessa ma solo per il periodo di blocco delle attività, rischierebbe di essere un aiuto marginale. Molte delle nostre società sportive lavorano con le scuole e non hanno attività in estate: traghettare fino a settembre con tasse e affitti da pagare senza aver incassato per tutta la primavera, sarà difficile per molti», spiega Molea.

Per non parlare dei bonus ai collaboratori sportivi. «Il fondo previsto non potrà soddisfare tutte le domande e in queste ore partiranno le indennità per il mese di marzo quando già invece dovremmo fare i conti su quelle di aprile», continua il presidente di Aics, «Al ministro abbiamo chiesto a riguardo l’allargamento della platea dei beneficiari e la proroga del bonus».

Ma quali altre misure sono oggi più che mai necessarie? La sospensione di mutui e affitti sui locali privati che travalichi il solo periodo di chiusuradelle attività sportive; l’apertura di linee di creditoe di credito di imposta per associazioni, imprese sociali e società sportive; la sospensione per le ASD/SSD dei versamentidi natura tributaria e assicurativa nonché previdenziale;l’esenzione della tassa di Registro per le asd di nuova costituzioneal fine della iscrizione al Registro ASD CONI; la costituzione in favore delle ASD/SSD di un Fondo di Garanzia per consentire il finanziamento dell’attivitàdi riapertura e disporre di liquidità a breve temine per i servizi indispensabili; una particolare attenzione al mondo dello sport sociale in fase di redazione dei decreti attuativi della riforma dello sport.

Le misure poi dovrebbero poi travalicare il periodo di chiusura totale delle attività per permettere a asd/ssd di sopravvivere alla primavera e giungere a settembre ancora in vita.

«Secondo i dati dell’Osservatorio permanente sulla promozione sportiva, il mondo dello sport di base sprigiona ogni anno ore di volontariato pari a un valore economico di oltre un miliardo di euro, ma la nostra ricchezza più grande rimane il potere dato allo sport in termini di inclusione sociale, lotta alle discriminazioni, vicinanza ai giovani a rischio disagio. Tutto questo rischia di sparire: per preservarlo abbiamo bisogno diattenzione e cura. Da soli, non possiamo farcela», conclude Molea.