Includere nella Confederazione internazionale dello sport amatoriale anche l’Asia, allargando i confini della promozione sportiva nel mondo favorendo la pratica dello sport di base come strumento di politiche sociali. È con questo obiettivo che il forlivese Bruno Molea, presidente della Confederazione dello sport amatoriale sopracitata, si trova proprio in queste ore in Corea del Sud, ospite del Korean Workers Sport Committee.

La Kowsc è infatti da poco entrata a far parte della galassia dei 45 membri della Confederazione che, a livello mondiale, rappresenta oltre 230 milioni di sportivi amatoriali. Proprio per questo, nella volontà di presentare la propria struttura e promuovere il proprio territorio, la dirigenza di Seul ha invitato il presidente Molea a conoscere istituzioni e strutture sportive coreane prendendone contatto diretto. Il Korean Workers Sport Committee vanta in Corea del Sud ben 700.000 membri e promuove la pratica di più di 30 discipline sportive.

Myung Soo Eo, il suo presidente, ha accolto Csit e il presidente Molea con tutti gli onori, proponendo un programma di visite istituzionali e a infrastrutture sportive oltre che iniziative di promozione della cultura del Paese. Kowsc, inoltre, ha invitato Molea anche come in qualità di presidente Aics a livello nazionale, con cui stabilire accordi di joint venture per promuovere in particolare taekwondo ma anche gli innovativi e sempre più diffusi e-sports, per non dimenticare il football americano (diffusissimo in Korea)

«Proprio in questi giorni così confusi e tesi per le politiche internazionali mondiali, utilizzare lo sport come leva di dialogo e conoscenza tra Asia e Paesi occidentali è utile e strategico – commenta ‘a caldo’ Bruno Molea. A Seul ho trovato un’accoglienza propositiva e ciò non può che far piacere al movimento mondiale dello sport amatoriale, che vede nello sport di base un importante strumento di politiche sociali e di cooperazione internazionale. Unire i territori e promuovere dialogo e conoscenza attraverso un linguaggio di pace universale come quello sportivo è oggi più che mai utile e importante per chi si occupa di politiche internazionali».